Allucinazioni e delirio
in rete Un "retomane" è stato ricoverato dopo tre
giorni di navigazione - NICO PIRO -
A lanciare l'allarme è Tonino Cantelmi, psichiatra dell'Università
Gregoriana di Roma, primo medico italiano specializzato
in trattamenti di disintossicazione da Internet, medico
che ieri ha presentato uno studio sul fenomeno italiano
al convegno di Poitiers in Francia, dedicato all'informazione
nella società globale. Il profilo del "dipendente da Internet"
tricolore è questo: ha in media una trentina d'anni, in
passato non ha mai sofferto di problemi psicologici, è
single ed è un soggetto con un buon livello culturale.
Non è ancora chiaro quanti siano in Italia i soggetti
afflitti da questa nuova patologia, se ne saprà di più
quando sarà pronto il censimento del fenomeno al quale
sta lavorando lo stesso Cantelmi. La dipendenza da Internet si manifesta con una vera e
propria escalation: si inizia ad usare la Rete per
curiosità, poi si superano le cinque-sei ore al giorno
di collegamento (ritenute la "dose" massima
quotidiana) per finire a non poterne più fare a meno,
trascurando il lavoro e le relazioni sociali,
sacrificando gli affetti e persino il sonno (visto che si
trascorrono le notti on-line). Persi saltellare da un
sito all'altro, immersi in "chat" ("chiacchierate"
telematiche, spesso di gruppo) o in giochi di ruolo con
altri navigatori (a volte anche centinaia). Il problema negli Stati Uniti è noto da tempo, al
riguardo esiste già una fitta letteratura non solo
medica (vedi la testimonianza autobiografica "I
surfisti di Internet" di J.c. Hertz) oltre a
numerosi siti di consulenza psicologica, con tanto di
test on line per verificare il grado della propria Irp (Internet
related pathology). Il fenomeno, inoltre, è stato più volte utilizzato
strumentalmente da conservatori e cybercensori perché la
ricerca di partner via posta elettronica o l'eccessiva
frequentazione di siti a luci rosse manderebbe in crisi
matrimoni e l'unità familiare. Del resto prima di
Internet anche i videogames erano finiti nel mirino per
la loro capacità di scatenare crisi epilettiche e
generare disturbi psicologici. | | |