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frugare
Il verbo nell'accezione comune indica il ricercare frettolosamente (ma anche furtivamente) alcunché su una persona o in un luogo (v. la voce rufolare' del Borzacchini Universale, cit.); talora sinonimo di perquisire.

Il prof. Sigismondo Cuorgné, Ordinario della Cattedra di Bombette Puzzolenti al Frycassea Institute of Porcari, nella sua monumentale opera Ma cosa frughi, budello, offre un interessante excursus delle referenze storiche del 'frugare'; ad esempio, l'atto di frugare fra le puppe della cuginetta grassa durante il gioco « del dottore » è, secondo il Cuorgné, una pulsione inconfessata nella poetica del « fanciullino» pascoliano, così come il frugarsi nelle mutande alla ricerca dell'uccello costituisce il presentimento della decadenza fisica del grande poeta romagnolo. Il frugare gli ospiti prrma che prendessero congedo era, invece, prassi abituale della Contessa Maffei alla fine delle serate nel suo famoso salotto intellettuale nella Milano delle Cinque Giornate; il che le consentì di recuperare ben cinquantasei cucchiaini d'argento, tre teiere, uno scaldino di rame, un orologio a pendolo, un tappeto 180 x 240, due lampadari di Murano e un vassoio di panzanella che le erano stati sottratti dagli invitati con la scusa di formare le barricate; ben noti erano altresì i vezzi del generale De Gaulle di frugarsi fra le palle nel corso dei ricevimenti di gala all'Eliseo e del grande Einstein di frugare tra le cosce della segretaria Gemmina Söderbaum mentre batteva a macchina. E' ben nota un'estensione figurata del lèmma di area labronica nelle forme esortative: 'frùgati' e 'frugàtevi' con la quale si invitava esplicitamente uno o più interlocutori a ricercare accuratamente nelle proprie tasche del denaro per un prestito o una colletta forzosa o quanto meno al fine di mettere insieme la somma necessaria per pagare un debito o un conto in sospeso.

La nota riluttanza tutta livornese nel far fronte ad impegni finanziari a causa d'un perenne stato d'indigenza spiega l'uso coercitivo del verbo; «..."Beppino, frùgati..." dirà il gentiluomo livornese in tono sommesso al proprio sodale allorquando il cameriere gli porterà il conto del ristorante dove hanno lautamente pranzato insieme a due dame con le quali intendevano prendersi successivo diletto amoroso; alla risposta inevitabile di Beppino: "Frùgati una sega... 'un ciò una lira" gli esiti della serata si presenteranno oltremodo incerti e calamitosi alquanto...» (cfr.BONIFAZIO KHASSAMUTHUA, Della condizione permanente di indigenza degli esponenti della classe media livornese e della loro inclinazione a fare il passo più lungo della gamba andando a cena in ristoranti molto costosi senza aver preventivqmente valutato se hanno i soldi per pagare, in: «Rass. Trim. di Ass. a vuoto e Cambiali dal notaio », XXXIII, 211,Livorno 1987).


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