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buzzorotto
Il lèmma appartiene alla famiglia dei composti di 'buzzo' (v. Borzacchini Universale, cit.), termine che comunemente sta per ventre, pancia.
È usato per indicare persona particolarmente vorace ed ingorda, come colui che avendo lo stomaco bucato non riesce mai a riempirlo a sazietà.
È tipica figura di 'buzzorotto' l'amico che alla fine di una lauta cena a casa vostra, intravisto nel frigorifero un tegame di polpette avanzate e rimesse in salsa che dovranno servire al desinare del giorno dopo, afferma maliziosamente di «avere ancora un posticino », oppure chi, come il mi' cognato Oreste, si dipana mezzo chilo di castagnaccio con la ricotta «intanto che s'aspetta d'andare a mangiare...».
Il Pittaluga Malinverni, titolare della Cattedra di Storia della Noce Moscata e dello Zibibbo all'Università di Tiramysoo in Virginia (CN), sostiene che il titolo di 'Buzzorotto del Sacro Romano Impero' è stato attribuito per la prima volta nel 1215 al beato Empedocle da Calatrava che sfidò l'apostata Fra' Coriandolino di Limoges in una memorabile ordalia a chi mangiava più gnocchi di patate per dimostrare l'infallibilità di Papa Pistellone III, detto Frufrù, nel gioco tressette.
Altri buzzirotti celebri furono l'eroico Maresciallo Manufazio Gotzòwilho di Bratislava che nel 1711, durante l'assedio di Pantelleria da parte delle tribù Cheyenne di Orso Impanato e Fritto, dall'alto degli spalti divorò di gusto una gigantesca forma di groviera da tre quintali rifiutando la resa per fame al nemico che si ritirò mortificato, e il Duca Juju Bechamel Mardigras de Carnaval che nel corso della ritirata di Russia pronuziò la storica frase «A cheval donné il se ne regarde pas dans la bouche» dopo aver mangiato l'ultimo pezzo (pare la lingua) del proprio destriero Croissant, regalatogli dall'imperatore Napoleone Bonaparte in persona.
Sinonimi di 'buzzorotto' sono il più corrivo e generico 'buo sfondato' maggiormente appropriato per appetiti di varia natura (« Quer buo sfondato dell'on.**** ha voluto altri trecento milìoni...» cfr. Danesi & Battaglia, Manualetto di conversazione telefonica pisano-livornese ad uso dell'intercettazione giudiziaria, La Spezia 1996), e le eccellenti figurazioni idrauliche 'acquaio' e 'gomito di camerino', così care al quieto pathos domestico delle liriche del primo Gozzano.
In area labronica il termine assume inoltre connotazione pesantemente dispregiativa ne] sottolineare l'invadenza di parenti ed affini che profittino senza ritegno della mensa familiare; in particolare il gentiluomo livornese era uso appellare la madre della propria consorte con l'espressione a malapena sussurrata ma non priva di sottintesi: «...popo' di buzzorotto... » quando costei si avventava per prima sulle lasagne al forno scaricandosene nella scodella mezza teglia e commentando con aria dimessa e leggermente disgustata: « Oggi 'un ho nemmen tanta fame...».


Indice dei lèmmi
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